La sindrome della “bella Angelica”, ovvero la giostra della vita
Editoriale
Abstract
Ognuno va alla ricerca di “qualcosa che manca”, insegue la propria monomania, la propria fissazione, le proprie immagini interne inafferrabili, le proprie mete fittizie:schemi vuoti, proiezioni dei propri desideri nascosti.
Ma è proprio questo il destino dell’uomo? Dialogare esclusivamente con se stesso in un lungo, inarrestabile, muto assolo drammatico, interponendo inconsciamente fra il Sé e l’Altro da Sé una certa “distanza ottimale” che, attraverso vari gradi d’intensità, segnala un disagio che si esprime sotto forma di separazione dal mondo e dalla realtà? Una sorta di cerchio magico, autocreato come mezzo di salvaguardia, circonda in questo modo l’individuo impedendogli di venire a contatto con la realtà della vita, di affrontare la verità, di misurarsi con certe difficoltà, di effettuare un esame del proprio valore e di prendere qualsiasi decisione