Considerazioni teorico cliniche sui comportamenti etero distruttivi e sul rischio suicidario nel disturbo narcisistico di personalità

Autori

  • Elisabetta Cairo
  • Simona Fassina
  • Ersilia Guastafierro
  • Manuela Scaldaferro
  • Andrea Ferrero

Parole chiave:

auto-etero destructive behaviors, obsessive defences, narcissistic personality disorder, suicidio, disturbo narcisistico di personalità, autolesionismo, eterodistruttività

Abstract

Gli studi sul sogno, nei suoi aspetti strutturali, funzionali e interpretativi, come è noto, sono stati intrapresi sistematicamente oltre un secolo fa. Negli ultimi decenni, grazie alle ricerche neurobiologiche e all'approfondimento di varie teorie della mente, le indagini sull'area del sogno hanno assunto una maggiore importanza nella pratica psicoterapeutica, tanto più che è stata dimostrata l'efficacia di tali cure.
efficacia di tali cure è stata dimostrata. Ora il sogno è stato riproposto come uno dei pilastri delle procedure psicoterapeutiche. Ciò è vero sia che si consideri il suo lavoro di interprete, sia che si consideri il suo ruolo di rivelatore del mondo interno (dalla regressione alla censura); sia che si consideri il suo ruolo di “comunicazione” nell'interazione relazionale (in una sorta di “teatro condiviso”); sia che si consideri il suo ruolo nell'approfondimento del sistema di “identità del sé”; sia che si consideri la conseguenza dell'impatto del contesto culturale. Psicologia individuale a confronto: grazie al “Modello di lavoro in rete”, la “comprensione esplicativa” può essere collegata criticamente ai paradigmi transculturali. Può suggerire utilmente alcune supposizioni, come ad esempio: modifiche nel contenuto dei sogni in una possibile correlazione con la decostruzione postmoderna; un coinvolgimento empatico del terapeuta e del paziente (sostenuto da una pluralità di “tendenze valoriali”); e il tipo di “contro-approccio”, sia esso neutro, interindividuale autoidentificante (enactment). Il progresso della ricerca, sia sulla mente che sul cervello, dovrebbe essere contestualizzabile, correlabile e ragionevole, grazie anche a criteri innovativi nei modelli psicoterapeutici

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Pubblicato

2008-06-30