Nuovi procedimenti nell'ambito di una psicoterapia adleriana

Autori

  • Franca Gabotti Boario

Parole chiave:

psicoterapia adleriana, ipnosi regressiva, psichiatria, sentimento di inferiorità, trauma di attaccamento

Abstract

Questo interessante contributo presenta il caso clinico di una paziente di 26 anni con struttura istero-schizoide, inizialmente destinata al ricovero psichiatrico. Dopo un primo colloquio, si opta per un trattamento psicoterapeutico adleriano, integrato con tecniche di rilassamento (training autogeno di Schultz), ipnosi regressiva e visualizzazioni corporee, con l’obiettivo di contenere l’ansia e favorire l’emersione di vissuti infantili. La paziente mostra una gestualità dissociata, linguaggio ansioso e volto contratto dall’angoscia. Dai primi ricordi e dal diario emerge una profonda distorsione dell’immagine corporea e un grave complesso d’inferiorità, radicato in una costellazione familiare disfunzionale: madre fredda e minacciosa, padre emotivamente assente, fratello minore idealizzato. Affidata ai nonni sin dalla nascita, la paziente vive esperienze di esclusione, svalutazione e isolamento sociale. Attraverso l’ipnoterapia, rivive momenti significativi dell’infanzia, come i giochi acrobatici sulla bicicletta, che le permettono di riaffermare l’esistenza del proprio corpo. Emergono anche dinamiche di “protesta virile” verso il fratello e la madre, investita di un ruolo paterno. Dopo un episodio di crisi, il fidanzato l’abbandona, segnando un punto di svolta. Durante la terapia, la paziente mostra progressi: esce da sola, guida, sostiene esami universitari e cura il proprio aspetto. La sessualità, inizialmente dissociata, viene affrontata attraverso la costruzione di un immaginario erotico e affettivo. L’idea di una possibile maternità favorisce il riconoscimento del corpo come fonte di vita. Nella fase conclusiva, partecipa a un gruppo di sociodramma moreniano, dove dimostra competenze relazionali. Un sogno finale simboleggia il superamento della pietrificazione emotiva. A due anni dalla fine della terapia, la paziente conduce una vita normale, confermando l’efficacia dell’approccio adleriano integrato

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Pubblicato

2025-09-03