Interventi preordinati
Parole chiave:
inconscio, psicologia individuale, sogno, percezioneAbstract
Lo spunto da cui prendere le mosse è fornito da un pensiero di Adler (1920): «La coazione che obbliga il materiale psichico a restare nell’inconscio fa al tempo stesso pressione sui pensieri, sulle immagini e sulle impressioni sensoriali, visive ed auditive, del sogno che, per non portare un attacco all’unità della personalità, debbono ugualmente restare nell’inconscio, o meglio debbono rimanere inintelleggibili».
Da un lato questa frase è esplicativa di ciò che si sostiene correntemente in Psicologia Individuale, e cioè che «anche il sogno sottostà alle leggi dell’appercezione tendenziosa» ove, con questo termine, si intende «una legge percettiva dell’uomo secondo cui egli elimina dalla percezione, o rende incruento, tutto ciò che non corrisponde alla sua tendenza e percepisce in modo unilaterale tutto ciò che a questa tendenza corrisponde» (Schmidt, 1980); dall’altro essa segnala esattamente il contrario, e cioè che persiste più o meno consciamente nell’individuo un senso alternativo delle esperienze, che può anche essere in conflitto con le tendenze preponderanti dello stile di vita.
Nel sogno e nell’inconscio noi troviamo allora sia l’autoinganno del sognatore, sia il correttivo salutare alle tendenze sclerotizzate della coscienza; si può ancora dire, inoltre, che nel sogno e nell’inconscio possiamo supporre si svolgano sia il conflitto sia il tentativo di comporlo e armonizzarlo allo stile di vita, di integrarlo all’immagine di Sé