Obesità: finzione svelabile

Autori

  • Egidio Ernesto Marasco
  • Lucia Parisotto
  • Roberto De Giglio

Parole chiave:

biopsicosociale

Abstract

L'obesità è una malattia sociale molto importante. Può essere affrontata come tutte le altre malattie seguendo modelli biomedici o biopsicosociali. La teoria di base di entrambi i modelli influenza negativamente la procedura di approccio ai pazienti.
Ecco perché in medicina, come in altre discipline scientifiche, possono essere affrontati e possibilmente risolti solo quei problemi già considerati nel modello teorico generale a cui ci riferiamo. L'organicismo ha portato a sottolineare l'aspetto endocrinologico e neurologico dell'obesità, che secondo questo modello sembrava risolvibile con ormoni e psicofarmaci. Seguendo i modelli biopsicosociali, sono stati considerati anche gli aspetti psicosociali dell'obesità. Per questo motivo sono state studiate le abitudini alimentari di questi pazienti per modificarle utilizzando principalmente tecniche comportamentali. Da un punto di vista psicoanalitico è importante sottolineare gli aspetti simbolici del cibo e dell'obesità. Tuttavia, riteniamo che solo il finalismo causale e l'olismo della Psicologia Individuale possano spiegare il comportamento degli obesi, i quali, utilizzando determinanti biologiche
e ambientali oggettive, modificano il proprio corpo, spesso inconsciamente, per avvicinarsi sempre più a un falso ideale personale coerente con il loro stile di vita. Prima di qualsiasi trattamento, oltre a conoscere la diagnosi della possibile patologia organica, è necessario conoscere lo stile di vita dell'obeso facendo emergere le esperienze passate e la finzione della malattia. È possibile formulare ipotesi psicodinamiche che ci permettono di individuare eventuali forme fisse, dove il sovrappeso è egosintonico. Nelle forme conflittuali egodistoniche e in altre forme esterne, si può ricorrere al trattamento terapeutico polispecialistico

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Pubblicato

2025-03-30

Fascicolo

Sezione

Articoli