Per una psicodinamica della self-compassion: oltre l’empatia, tramite il sé creativo

Autori

  • Secondo Fassino
  • Gian Giacomo Rovera

Parole chiave:

self-compassion, self compassion, empatia, psicodinamica, sé creativo

Abstract

Il fenomeno dell'empatia è talvolta considerato quasi un sinonimo di compassione. Sebbene molti studi presentino un'immagine più cognitiva, l'etimologia della parola indica un fenomeno che va oltre la percezione cognitiva dello stato emotivo interno dell'altro. Sebbene i concetti di empatia e compassione esistano da molti secoli, il loro studio scientifico è relativamente recente. Mentre l'empatia nasce come percezione implicita delle emozioni altrui, la compassione si differenzia dall'empatia perché include il desiderio, anche, ma non solo esplicito, di alleviare la sofferenza degli altri. Sebbene non esistano ancora significati univoci, ricercatori e clinici intendono la compassione come una risposta empatica alla sofferenza, percepita anche se non consapevolmente, un processo cosciente, ma non solo, che persegue il benessere del paziente attraverso azioni specifiche ed etiche volte a trovare una soluzione alla sua sofferenza. In questo contributo, dopo aver considerato alcuni recenti sviluppi neurofisiologici e clinici, gli autori discutono le caratteristiche della compassione rispetto all'empatia attraverso riferimenti ai concetti di Personalità, Carattere, Cooperatività, Sentimento sociale. In particolare, viene proposto il modello psicobiologico della personalità e le sue connessioni con la Psicologia Individuale (PI).

La crisi della famiglia e la continua crescita delle psicopatologie nei bambini richiedono un'urgente revisione dei modelli di cura e dei corsi di formazione per genitori (!) e clinici. Per contribuire a questa revisione, dopo alcuni riferimenti al problema dello sviluppo della compassione, viene presentata l'ipotesi di una psicodinamica della (auto)compassione, dove l'incontro, l'alleanza con il deficit, il perdono, il Sé creativo, il processo di incoraggiamento sarebbero sia precursori che effetti dell'autocompassione. L'assunzione tardiva della funzione materna da parte di Adler, presentata come l'essenza della relazione psicoterapeutica IP, dovrebbe considerare la madre compassionevole così come la madre empatica.... Il perdono e la compassione si configurano come atteggiamenti di propensione sociale e indicano l'opportunità di implementare la formazione dei terapeuti IP con corsi di approfondimento che favoriscano l'acquisizione di competenze, modalità di essere compassionevoli e inclini all'autocompassione prestando attenzione, in alcuni pazienti, alle difese e alle barriere alla compassione e ai suoi effetti collaterali.

La comprensione empatica/compassionevole rappresenta la virtù fondante insieme alla propensione all'incoraggiamento dell'essere psicoterapeuta oggi... Lo stile di accoglienza empatica per contribuire all'evoluzione del Sé - da parte del paziente - deve esprimere l'essere, il sentire compassionevole autentico del terapeuta, il suo fare “creativo”, anche subliminale e implicito, che promuove l'alleanza e la riparazione del deficit

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Pubblicato

2023-06-30