Peripezie della Finzione

Autori

  • Gian Giacomo Rovera

Parole chiave:

neofinctionalysm, relational mind, teleonomy, neofinzionalismo, neofinzionale, mente relazionale, teleonomia, rete delle finzioni, finzioni, teleologia, linguaggio, neo-finzionalismo, psichiatria, psichiatria culturale

Abstract

Negli ultimi dieci anni il concetto di finzione ha assunto significati complessi e diversi rispetto ai termini tradizionali e alla teoria e pratica della Psicologia Individuale Comparata. La “geografia” psicologica ha portato a un vaglio della ricerca scientifica e clinica, comprendente anche studi epistemologici, e persino a nuove scoperte psico-neurologiche-biologiche. Inoltre, l'attuale assetto delle cose ha comportato un “rovesciamento” degli orizzonti interpretativi degli atteggiamenti linguistici, sia verbali che non verbali (ad esempio l'“ironia”) fino all'approdo a una sorta di cambiamento della vicenda delle finzioni. Gli “atteggiamenti finzionali”, quando sono condivisi psicologicamente, sono “come se potessero essere sospinti fino a un punto d'incontro tra la soggettività dell'individuo e le azioni umane generali rispetto allo status e ai ruoli ovunque culturalmente istituzionalizzati. Questo potrebbe venire a rappresentare uno dei fondamenti antropologicamente e teleonomicamente orientati. Vi è quindi l'opportunità di esaminare non solo alcuni dei presupposti di base della Psicologia Individuale Comparata, ma anche di riproporre concetti come “finzione” e “come se” come aspetti importanti dello sviluppo ontogenetico, della mente razionale, del linguaggio e dei rapporti socioculturali. Il “Facciamo finta” e la “finzione” stessa, non sottovalutando la loro ricezione e la loro possibile rivelazione, assumono un'importanza di tipo “comprensivo/esplicativo” tale da permettere di essere impiegati attraverso competenze e approcci terapeutici (come l'individualità/metallizzazione “enactment” e “disclosure”). Questo è il modello di sviluppo del Neo-Finzionalismo. Una progettazione e definizione consapevole di queste “avventure” può arricchire il modello adleriano in relazione ad alcuni aspetti teorici, metodologici, pratici, clinico-culturali e soprattutto terapeutici, mettendo in atto nuove prospettive interdisciplinari sulla “comprensione esplicativa”

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Pubblicato

2010-12-31