Finzioni e processo di cambiamento

Autori

  • Secondo Fassino

Parole chiave:

fiction, empathy, therapeutic change, conoscenza relazionale implicita, cambiamento, processo, neurobiologia, sé creativo, sintonizzazione affettiva, finzione, empatia, mindfulness, relazione terapeutica

Abstract

Anche se le tecniche di imaging cerebrale stanno fornendo prove dell'efficacia della psicoterapia, il modo in cui essa coinvolge l'inconscio è stato scarsamente descritto. Questi risultati sono utili per comprendere meglio i cosiddetti “fattori di cambiamento”. I concetti della Psicologia Individuale della finzione e della compensazione sembrano utili per chiarire come la relazione terapeutica possa fornire un nuovo attaccamento. Per attivare i fattori di cambiamento è necessario un riconoscimento valido e non fittizio e una risposta sintonica all'ampia gamma di comunicazioni che i pazienti esprimono. Secondo le recenti acquisizioni neurobiologiche, ciò che è noto senza essere pensato rappresenta le basi dei modelli operativi, sia del dialogo interiore che di quello interpersonale. Le conoscenze implicite e i sistemi di finzione, sia nel paziente che nel terapeuta, rappresentano un'area cruciale, un mix di attivazioni e fruizioni delle esperienze di imitazione empatica, di affiliazione e di nuova autentica cooperazione. Per raggiungere ciò che i nostri pazienti non possono esprimere a parole, dobbiamo sincronizzarci con la nostra esperienza soggettiva: atti, evocazioni, messaggi non verbali, ecc. sono i mezzi attraverso i quali pazienti e terapeuti condividono ciò che hanno conosciuto, ma non pensato.
La relazione implicita condivisa risulta essere il fulcro del cambiamento, rappresentando nell'“hic et nunc” un incontro intersoggettivo del sé con gli altri, reso possibile dalla precedente relazione terapeuta-paziente

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Pubblicato

2010-12-31