Le finzioni e le antitesi

Editoriale

Autori

  • Pier Luigi Pagani

Parole chiave:

antitesi, finzione

Abstract

È noto a tutti come la peculiarità del pensiero di Alfred Adler derivi dall’aver posto l’accento sulla visione finalistica del superamento del sentimento d’inferiorità, qualsiasi senso abbia l’inferiorità, ossia sul concetto di compensazione, vale a dire su quel complesso di elementi, spesso genuini, ma talora anche pretestuosi, utili a contrastare, aggirandolo o annientandolo, il vissuto d’inadeguatezza. Ed è proprio l’aspirazione alla superiorità insita in ogni persona che, nell’irresistibile spinta verso le bramate mete affermative, avvalendosi dell’energia che le offre la volontà di potenza, consegue il superamento della sofferta inferiorità individuale, utilizzando, per raggiungere l’ambìto risultato, tutti i meccanismi di cui essa può disporre, sia quelli naturali, sia i più artificiosi.
Che tutti gli organismi viventi, in maniera appropriata al loro sviluppo e alla loro evoluzione, siano orientati verso la sopravvivenza, è un dato assiomatico.
Nell’essere umano, la più perfezionata tra le forme di vita, almeno dal punto di vista cognitivo, il tema diviene ancora più nodale, al punto che, per soddisfarlo al meglio, egli deve progettare e programmare il proprio futuro, sino a fare di tale necessità lo scopo essenziale della propria esistenza. In appoggio a tale obiettivo è talora necessario che si serva anche di criteri, in vario modo non obiettivi, per valutare se stesso e il mondo: è questo, in sostanza, il senso del fenomeno della finzione

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Pubblicato

2010-12-31