Il “social embeddedness” della relazione terapeutica. La dialettica tra sentimento sociale e aspirazione alla supremazia
Parole chiave:
sentimento sociale, sociologia, volontà di potenza, relazione terapeuticaAbstract
Le due categorie adleriane di aspirazione alla supremazia (wish of power) e di sentimento sociale (social feeling) corrono perfettamente parallele a due preoccupazioni di fondo che attraversano la storia della sociologia e continuano a caratterizzare, seppure nelle più diverse alchimie combinatorie, la scena sociologica. Mi riferisco da una parte al tema della competizione tra individui e/o del conflitto tra gruppi (ma non vorrei allargare troppo il discorso) coniugata al processo di individuazione (non nel senso di junghiano) con sullo sfondo la cultura individualista (autonomia dagli altri) della società moderna. Dall’altra mi riferisco al tema della cooperazione tra gli individui, consapevole o basata su una inconsapevole interdipendenza funzionale, coniugata, a sua volta, al senso di appartenenza-inclusione (dipendenza dagli altri) e all’identificazione di e nel gruppo, con sullo sfondo la cultura /le culture solidaristiche. Lo scenario complessivo è dato dalle vicende storiche dello sviluppo (non progresso) sociale e culturale della società occidentale. Il ruolo sociale della sociologia come fattore di mediazione tra Stato e Mercato è un’espressione diretta del suo orientamento fondamentalmente critico e riformista e delle sue strette connessioni con le problematiche del Welfare state. Senza dubbio anche Adler ha manifestato un orientamento tipicamente riformista. Dopo queste riflessioni teoriche ipotizzerò alcuni tra i possibili modi con cui gli strumenti sociologici (o quanto meno una mentalità sociologica) potrebbe essere utile nei contesti professionali, per concludere con un’estesa citazione dal saggio di Max Weber sulla Politica come professione. Weber sostiene la necessità per il vero politico di conciliare l’etica della convinzione con l’etica della responsabilità. Con questa necessità parrebbe doversi confrontare anche l’impegno psicoterapeutico